Il sovraccarico funzionale vertebrale nel tennis

Quali sono le problematiche che più frequentemente interessano i tennisti professionisti?

Anche riguardo la colonna vertebrale anche in questo caso si può parlare di “patologia da sovraccarico di lavoro” in quanto dobbiamo sempre tenere a mente che il rachide nella sua totalità quotidianamente sopporta e supporta carichi assiali e trasversali di enorme entità con il risultato di un progressivo logorio strutturale. Inoltre il gioco attuale, basato su forza e potenza, necessita di una struttura anatomica integra e ben coadiuvata nella sua funzione, dalla muscolatura anteriore e posteriore. Ed è proprio in questo campo che si rende necessaria l’opera dei medici, dei trainers, e dei fisioterapisti  per ridurre al minimo la possibilità di danno alla colonna vertebrale. Essenzialmente le patologie che maggiormente riscontriamo nel giocatore professionista sono a carico delle articolazioni zigoapofisarie, le cosiddette Sindromi Faccettali”, cioè patologie infiammatorie delle strutture di appoggio posteriore delle vertebre, molto coinvolte nelle rotazioni e nelle torsioni toracolombari. Basti ricordare il grande campione Bjorn Borg  che soffriva costantemente di sindrome faccettale proprio a causa del suo tennis fatto di potenza ed estreme torsioni del tronco. A volte possiamo anche riscontrare protrusioni e/o ernie discali che possono limitare o impedire l’attività.

Ma le patologie della colonna vertebrale riguardano solo gli atleti o sono frequenti anche nelle persone non sportive?

Senza tema di smentita, posso sicuramente affermare che sono molto più frequenti nelle persone non sportive ricordando infatti come il mal di schiena possa essere annoverato tra le “malattie sociali” in quanto presente in oltre il 60% della popolazione con un enorme aggravio di costi per lo stato.
Comunque è doveroso ricordare che il tennis, come altri sport asimmetrici, è stato erroneamente demonizzato ed additato a causa specifica del mal di schiena; ma sappiamo, oramai, che questo è un tabù da sfatare, in quanto basta notare che i grandi tennisti, non hanno necessariamente rachialgia e quindi possiamo di sicuro affermare che non c’è un rapporto di causa-effetto: a meno di altre controindicazioni, poche ore alla settimana tutti possono praticare il tennis senza problemi.