In alcuni casi la trasmissione del dolore è talmente “degenerata” che occorre interrompere definitivamente, su certe vie nervose dove questa procedura non comporti gravi deficit funzionali. Si può ricorrere allora all’applicazione di Radiofrequenze Continue o di speciali sostanze chimiche (alcol) che distruggono le fibre nervose.

Interferisce direttamente con la trasmissione del dolore a livello dei nervi sensitivi periferici in maniera percutanea (PRF o PENS) oppure utilizzando impianti sottocutanei “fissi” (PNS). È utile per patologie del tessuto nervoso stesso, patologie articolari, colonna, cicatrici dolorose e nel fallimento della chirurgia maggiore.

L’intervento consiste nell’introdurre l’ago direttamente all’interno del disco vertebrale o nel forame di coniugazione e quindi nell’iniezione della mistura ossigeno-ozono. Queste infiltrazioni producono sollievo dal dolore, decongestione e riassorbimento dell’ edema locale, migliorando quindi la motilità del paziente.

La PENS è una procedura indolore che rende i nervi interessati meno sensibili alla stimolazione dolorosa. Consiste nell’uso di un elettrodo stimolante, a forma di ago di grandezza variabile attivato contro un campo “negativo” in modo che il flusso di corrente attraversi l’area sofferente.

Qualora le metodiche percutanee si siano rivelate efficaci ma per breve periodo, o in particolari indicazioni di dolore severo con componente neuropatica è possibile “stabilizzare” i risulati attraverso l’impianto di catetere definitivo vicino al ramo nervoso, in maniera da continuare a produrre lo stimolo che interferisce con il dolore.

La Radiofrequenza Pulsata Bipolare è una valida terapia basata sull’irradiazione dei tessuti nervosi con campi elettrici bipolari ad elevata frequenza (come quelli delle onde radio). Si introduce un elettrocatetere attraverso un piccolo ago nello spazio epidurale e si arriva così alla radice infiammata con un breve trattamento di circa 4-6 minuti.

Mediante una tecnica minimamente invasiva si accede al tessuto adiposo che per mezzo di un adeguato protocollo consente di ottenere la separazione della SVF in meno di 20 minuti e di poter utilizzare le cellule mesenchimali adulte ed i fattori di crescita in un unico tempo chirurgico.