DTrax: una nuova e rivoluzionaria metodica chirurgica nelle patologie cervicali.
Le patologie dolorose della colonna cervicale rappresentano oramai una patologia sociale e sicuramente economicamente pesante nei Paesi Occidentali. Infatti si calcola che le patologie del distretto encefalico e cervicobrachiale rappresentino rappresentano la prima causa di assenza dal lavoro quindi con gravi ripercussioni sulla produttività del Paese. Con il Prof. Dott. Attilio Di Donato, uno dei massimi esperti nella diagnosi e nella terapia del dolore vertebrale, cerchiamo di capire l’importanza di una nuova metodica microchirurgica percutanea nel trattamento di alcune delle più comuni patologie cervicali.
Professore, ultimamente abbiamo tanto sentito parlare di DTrax, ci vuol aiutare a capire cos’è e a cosa serve?
Il DTrax è un nuovo e rivoluzionario strumentario e sistema per realizzare una stabilizzazione con artrodesi interarticolare cervicale ed apertura dei forami di coniugazione. In parole povere, questo nuovo sistema ci permette, con un unico approccio percutaneo, quindi senza tagli, di eseguire una apertura dei forami liberando quindi il passaggio delle radici nervose e contemporaneamente realizzare una stabilizzazione della colonna cervicale al fine di risolvere tutti quei tormentosi dolori cervicobrachiali.
Ma come si realizza un simile intervento?
L’approccio è posteriore, si eseguono tutte le misurazioni e si prendono i riferimenti con il controllo dell’amplificatore di brillanza in visione laterale ed anteroposteriore, si esegue una una piccolissima incisione di circa mezzo centimetro e sotto diretto controllo fluoroscopico con apposito strumentario si impianta una piccola protesi ad espansione nell’articolazione tra le vertebre.
E cosa fa questa piccola protesi ad espansione?
Una volta inserita all’interno dell’articolazione, la protesi viene meccanicamente espansa per cui i sui dentini si conficcano nell’osso garantendo la massima tenuta e la totale bio-integrazione. La contemporanea espansione fa si che il forame, cioè il naturale passaggio delle radici nervose, venga aumentato nel suo diametro in media del 18% rispetto al diametro preoperatorio, garantendo così la risoluzione del dolore da compressione sulla radice nervosa e un notevole miglioramento nella funzionalità cervicale.
Quali sono le indicazioni per il DTrax?
Essenzialmente tutte quelle patologie che portano ad un conflitto radicolare come accade ad esempio nelle stenosi foraminali, nella protrusioni laterali ed intraforaminali. Inoltre è un intervento essenziale nelle gravi sindromi delle faccette articolari, cioè nel dolore cervicale e cervici brachiale cronico non controllabile farmacologicamente e fisioterapicamente.
Professore ma quanto dura un intervento del genere?
In mani esperte è un intervento molto semplice e sicuro ed ha una durata media di 20 minuti. Parlo di mani esperte perché è importante che il chirurgo vertebrale che esegue l’intervento abbia avuto una specifica formazione teorica e pratica su cadavere primariamente e successivamente un costante affiancamento di un tutor prima di diventare completamente autonomo. Parlo di formazione perché io sono uno dei tutor additati alla formazione degli altri chirurghi e quindi sono responsabile della buona ed adeguata diffusione della metodica chirurgica.
Il paziente quanto deve rimanere ricoverato e dopo quanto tempo potrà riprendere la normale vita quotidiana ed il lavoro?
Appena finito l’intervento il paziente sarà invitato a rimanere a letto per le successive sei ore solo a scopo precauzionale e quindi potrà regolarmente alzarsi e tornare a casa. Di norma io non prescrivo nemmeno l’utilizzo di collari di contenzione ma solo tre o quattro giorni di riposo domiciliare in dipendenza anche del lavoro svolto dal paziente. Il paziente dovrà solo essere attento ad evitare bruschi movimenti, flessioni, estensioni e trazioni cervicali che possano minare l’integrazione ossea della protesi.
Ci sono molti centri di chirurgia vertebrale che utilizzano questa metodica?
Purtroppo i Centri con le adeguate competenze in Italia sono ancora pochissimi ma ogni giorno ci stiamo impegnando per la formazione di chirurghi e Centri in cui poter iniziare questa nuova chirurgia. Anche perché la mininvasivita’ e’ alla base di tutta la chirurgia del futuro.
Ringraziando il Prof. Attilio Di Donato per le esaustive spiegazioni riguardo questa innovativa metodica chirurgica, gli diamo appuntamento per poterci illustrare altre tecniche percutanee, miniinvasive ed endoscopiche nella chirurgia vertebrale, di cui sappiamo essere una delle massime personalità scientifiche.