Dolore, segnale d’allarme
Cosa si fa in un Centro per la diagnosi e la cura del dolore?
Si curano pazienti con dolore acuto e cronico aiutandoli nel recupero funzionale e psicologico.
Il Centro del Prof. Attilio Di Donato integra nell’équipe varie figure professionali, che lavorano per combattere il dolore nella sua fase acuta e per impedirne la cronicizzazione: antalgologi; neurochirurghi; chirurghi; ortopedici; internisti; psicologi; radiologi «e naturalmente fisioterapisti perché rivestono un ruolo fondamentale nella riabilitazione del malato. Il centro da me diretto affronta il dolore nella sua totalità, e l’approccio è multidisciplinare perché riteniamo il dolore cronico non solo un sintomo, ma soprattutto una malattia».
Con approccio multidisciplinare si intende che per ogni paziente c’è uno staff di specialisti, coordinati dal direttore del Centro, che esplora ogni campo della ezio-fisio-patologia del dolore per arrivare prima ad una diagnosi di certezza della causa, e poi alla scelta della più idonea terapia da adottare. «Tutti coloro che soffrono per un dolore non meglio identificato, e tale da comportare disagio nella vita quotidiana fino a trasmettere un iniziale senso di depressione, possono venire al Centro. Qui riusciamo a diagnosticare e curare ogni tipo di dolore: alleviamo la sofferenza insegnando al malato e alla sua famiglia la gestione del dolore, unitamente alla conoscenza degli strumenti usati per combatterlo. Lavoriamo per riportare velocemente il paziente a una normale vita produttiva e di relazione».
Dolore di schiena acuto e cronico, inclusa l’ernia del disco ad ogni livello; sindrome post laminectomia; dolore addominale e pelvico; sindromi dolorose regionali; dolori articolari e muscolari; cefalea ed emicrania; nevralgie; dolore da cancro, da osteoporosi e da fratture vertebrali; dolore da artrosi ed artrite, sono le patologie maggiormente trattate dal Centro. «Molto frequente, la sindrome post laminectomia, che può instaurarsi a seguito di interventi chirurgici sulla colonna vertebrale causando la formazione di aderenze cicatriziali che comprimono il midollo e le radici nervose. Da anni abbiamo messo a punto una innovativa tecnica microendoscopica, l’epiduroscopia, per risolvere la patologia. L’esigenza è stata di dover combattere il “mal di schiena”, che può considerarsi una vera e propria malattia sociale».
L’Epiduroscopia è una procedura esiguamente invasiva che consiste nell’introdurre una microsonda flessibile a fibre ottiche per visualizzare, ispezionare e direttamente curare le strutture anatomiche, i tessuti e i nervi contenuti nel canale vertebrale. «Fino ad oggi abbiamo realizzato oltre 4000 interventi, ed il nostro Centro è anche polo didattico internazionale di insegnamento delle tecniche microinvasive per i colleghi brasiliani, mediorientali ed ovviamente europei».