Che Cos’è l’Osteoporosi
È una malattia caratterizzata da diminuzione della resistenza dell’osso per alterata qualità e ridotta densità di esso, con conseguente maggiore predisposizione a fratture.
La riduzione della densità ossea, ossia dell’indice di massa ossea (BMI, Bone Mineral Index)), deriva da diminuzione delle proteine dell’osso e del contenuto minerale (fosfato di calcio) di esso. La predisposizione alle fratture riguarda soprattutto il collo del femore, le vertebre, la porzione alta dell’omero e il polso.
Cause, Sintomi e Diagnosi dell’Osteoporosi
Classificazioni e Cause
Si distingue un’osteoporosi generalizzata che interessa tutto lo scheletro ed una forma distrettuale che riguarda solo un osso o alcune ossa. Le osteoporosi generalizzate possono essere primitive o secondarie.
Le osteoporosi primitive, di gran lunga le più comuni, sono l’osteoporosi postmenopausale e l’osteoporosi senile. La forma postmenopausale è dovuta alla riduzione degli estrogeni che si verificano nella menopausa, i quali ostacolano il riassobimento del tessuto osseo da parte delle cellule a ciò deputate. L’osteoporosi senile è dovuta a ridotta produzione di proteine del tessuto osso da parte delle cellule che hanno questo compito, alla ridotta disponibilità di calcio per diminuito apporto alimentare e ridotto assorbimento intestinale, e alla ridotta attività fisica.
Tra le più frequenti osteoporosi secondarie vi è quella dovuta all’assunzione protratta di cortisonici.
Epidemiologia
I dati epidemiologici sulle osteoporosi primitive indicano che un terzo delle donne dopo i 50 anni va incontro ad una frattura da osteoporosi. Il 12% di esse ha una frattura vertebrale.
Quadro Clinico
L’osteoporosi generalizzata è asintomatica. Essa si manifesta per la comparsa di fratture, che possono avvenire a seguito di un evento traumatico, anche minore, o addirittura senza un vero trauma, come può avvenire per le fratture delle vertebre dorsali e lombari. Queste vertebre, soprattutto quelle lombari, possono andare incontro ad un avvallamento lento del piatto vertebrale superiore o inferiore, o di ambedue (deformazione a lente biconcava), senza dolore.
Di solito, invece, una vera e propria frattura si manifesta con dolore acuto, che si accentua nei movimenti della colonna, costringendo il paziente a letto. Una frattura vertebrale deve essere sospettata quando un paziente anziano riferisce un intenso dolore vertebrale insorto improvvisamente e, quando visitato, dimostra un marcato dolore nell’assumere, con lentezza e circospezione, la posizione supina sul lettino del medico e poi nel riassumere la stazione seduta.
Diagnosi di Osteoporosi
Le radiografie del rachide consentono di fare diagnosi di osteoporosi solo quando la massa ossea è ridotta almeno del 30%.
La diagnosi viene comunemente effettuata con la DEXA (o MOC). I valori di densità di massa ossea rilevati, vengono comparati al valore medio riscontrato in giovani adulti normali (T score). Q
uando i valori del soggetto esaminato sono tra –1 e –2,5 rispetto ai giovani adulti si parla di osteopenia, mentre è definita osteoporosi la condizione in cui i valori sono inferiori a –2,5. Il 30% delle donne in post-menopausa che hanno valori di –2,5 o inferiori hanno un elevato rischio di frattura e necessitano di trattamenti con farmaci. Il 15% delle donne con valori inferiori a -1 necessitano di trattamenti preventivi.
Diagnosi di Frattura
Le fratture vertebrali avvenute di recente possono non essere evidenti su radiografie, o su queste può essere impossibile distinguere una frattura recente da una non recente. In questi casi, la risonanza magnetica consente di distinguere i due tipi di frattura in base alle alterazioni dell’intensità di segnale, ossia del colore dell’osso.
Nelle fratture non recenti (più di 6-8 mesi) il segnale è simile a quello delle vertebre normali.
Prevenzione e Trattamenti dell’Osteoporosi
Prevenzione
Nell’osteopenia moderata è utile la prevenzione mediante un’adeguata assunzione, con la dieta, di proteine, calcio e vitamina D. Le ultime due possono essere somministrate con preparati farmacologici. Importante è anche l’incremento dell’attività fisica.
Nella menopausa precoce in età giovanile o media (spontanea o chirurgica) può essere indicato l’uso di estrogeni (dopo consultazione con ginecologo).
Trattamento Conservativo
Nelle forme primitive in cui il T score è inferiore a – 2,5 il trattamento si basa sulla somministrazione di calcio, vitamina D e difosfonati. In alternativa ai difisfonati si possono usare gli estrogeni, i SERM (modulatori selettivi dei recettori per gli estrogeni) o il fluoro.
Nell’anziano, la somministrazione di calcio e vitamina D diminuisce nettamente la frequenza di fratture, anche in assenza di aumento della massa ossea. I difosfonati riducono il riassorbimento osseo. Nella post-menopausa, essi appaiono efficaci particolarmente nei primi 5 anni, in cui si verifica un rapido ricambio osseo (riassorbimento e produzione). I difosfonati di seconda generazione, come l’alendronato, prevengono la perdita di massa ossea e, rispetto a quelli di prima generazione, inibiscono meno la mineralizzazione dell’osso. Questi farmaci devono essere assunti per alcuni anni continuativamente.
Nell’osteoporosi postmenopausale gli estrogeni hanno dimostrato un’elevata efficacia nel ridurre l’osteoporosi. Il loro uso, tuttavia, comporta il rischio di metrorragie e la somministrazione prolungata aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e di carcinoma dell’utero e della mammella. Essi sono indicati nei soggetti con basso rischio per queste malattie e in presenza di sintomi postmenopausali. Effetti simili hanno i SERM, tra cui il raloxifene, che addirittura riducono l’incidenza di cancro della mammella, ma aumentano i rischi di trombosi venosa profonda e riducono solo l’incidenza delle fratture vertebrali. Il fluoro stimola la proliferazione degli osteoblasti (cellule che producono le proteine del’osso), ma inibisce la mineralizzazione ossea e non riduce la frequenza di fratture delle vertebre e del collo del femore.
Trattamento Chirurgico
Il trattamento chirurgico delle fratture è simile a quello attuato per le fratture non osteoporotiche. Per le fratture vertebrali vedi Fratture vertebrali osteoporotiche.