Fratture Vertebrali Osteoporotiche
Cosa sono le Fratture Vertebrali Osteoporotiche
Sono fratture che interessano vertebre con ridotta resistenza meccanica per osteoporosi postmenopausale o senile.
L’osteoporosi può essere di tale entità che la frattura si verifica anche per normali movimenti della vita quotidiana. Una frattura osteoporotica interessa di norma soggetti anziani e non comporta una compressione delle strutture nervose vertebrali.
Quadro Clinico e Diagnosi delle Fratture Vertebrali Osteoporotiche
Quadro Clinico
A differenza dei pazienti con frattura traumatica, quelli con frattura osteoporotica assumono spesso la stazione eretta, seppure con intenso dolore, e vengono a visita ambulatoriamente non sospettando di avere una frattura, anche dopo molti giorni da quando questa si è verificata.
Un paziente anziano che improvvisamente ha avvertito un intenso dolore toracico o lombare e che si pone supino sul lettino del medico con grande dolore e lentezza e si comporta in modo analogo nel riassumere la posizione seduta ed eretta ha elevate probabilità di avere una frattura osteoporotica.
Diagnosi
Nel paziente con frattura osteoporotica è molto spesso necessario effettuare una risonanza magnetica (RM), che è in grado di differenziare una frattura recente da una antica (spesso l’anziano ha fratture osteoporotiche precedenti) per la modificazione del “colore” della vertebra, che la frattura recente comporta.
Trattamenti e Risultati delle Fratture Vertebrali Osteoporotiche
Le fratture osteoporotiche toraciche e lombari possono essere trattate con riposo a letto per 3 settimane e poi applicazione di un corsetto ortopedico per 2-4 mesi.
In questi pazienti, nelle prime settimane dopo la frattura, il corpo vertebrale spesso si deforma a cuneo con base posteriore o si schiaccia in tutta la sua estensione.
Per evitare la cuneizzazione o lo schiacciamento, oltre che per diminuire il dolore e ridurre al minimo l’uso del corsetto, può essere effettuata una vertebroplastica o una cifoplastica.
Vertebroplastica
La vertebroplastica “classica” viene effettuata iniettando nella vertebra del cemento acrilico (lo stesso usato per le protesi di anca o ginocchio), che si infiltra tra le trabecole ossee aumentando la resistenza dell’osso. Tuttavia, esistono altre metodiche in cui si fa uso di sottili lamelle di materiale “plastico” in aggiunta al cemento, o altre ancora in cui non si usa il cemento.
Cifoplastica
La cifoplastica consiste nel creare due aree vuote, a destra e a sinistra, nel corpo vertebrale mediante un palloncino gonfiabile, e nell’iniettare poi cemento negli spazi creati (Fig.14) . Questa metodica ha due vantaggi rispetto alla vertebroplastica con cemento: minori rischi di fuoriuscita del cemento dalla vertebra con conseguenti possibili complicazioni, e possibilità di sollevare i piatti vertebrali (le estremità superiore e inferiore del corpo vertebrale) ottenendo una parziale riduzione dello schiacciamento della vertebra.
Ambedue le metodiche sono indicate in fratture recenti, ossia che non datano da più di 4 mesi, con presenza alla RM di edema nella vertebra alle sequenze T2 Stir. In fratture meno recenti non si riesce ad iniettare un’adeguata quantità di cemento perchè la frattura è in via di guarigione e non si riesce neppure a ridurre lo schiacciamento della vertebra.
Risultati
Il primo obiettivo di ambedue le metodiche è di ridurre il dolore vertebrale. L’entità del miglioramento del dolore è variabile, ma nella gran parte dei casi il dolore diminuisce, immediatamente o in pochi giorni, in misura marcata o quasi scompare. Ciò dipende anche dalla quantità di cemento che si inietta.
Con la cifoplastica, l’entità della riduzione dello schiacciamento vertebrale dipende da vari fattori, compreso il tipo di frattura e il tempo trascorso da quando essa si è verificata, e può variare dallo 0% fino al 20% o più dell’altezza originaria della vertebra.